martedì 26 aprile 2016

La pastiera



La Pastiera è uno dei dolci per celebrare il ritorno della Primavera, il grano augurio di ricchezza e le uova simbolo di vita. Secondo la leggenda, nasce quando sulla spiaggia le mogli di alcuni pescatori lasciarono nella notte delle ceste con ricotta, frutta candita, grano e uova e fiori d’arancio come offerte per il mare affinché questo lasciasse tornare i loro mariti vivi a casa. Al mattino sulla spiaggia trovarono i loro uomini e notarono che durante la notte i flutti marini avevano mischiato gli ingredienti e nelle loro ceste c’era la Pastiera.

Si racconta pure che una fetta di pastiera regalò il primo sorriso in pubblico a Maria Teresa d'Austria, e Ferdinando fece una battuta: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”. Infatti è un dolce legato alla tradizione pasquale, uno dei capisaldi della stagione primavera/estate in inverno e della cucina napoletana, ma si trova anche durante l'anno e voi lo potete fare quando vi va. 

Preparate una frolla con burro e farina fino a ottenere un composto sabbioso (che ricordi la spiaggia di Mondello), poi la fontana al centro della quale metterete le uova e lo zucchero e la scorza di arancia. Fate a palla. Il ripieno col grano innamorato, nel latte deve essere cotto. Si può frullare e freddare. Ricotta stanca lavorata con lo zucchero, ridotta 'na crema, le uova, canditi e aromi di fiori d'arancio e cannella. Si sposano le due creme e il ripieno della pastiera è pronto. Si assemblano senza convocazione: la frolla distesa, fredda e dura, ma viva si adagia sulla vostra tortiera e a colpi di mattarello si cacciano via i bordi in eccesso. Si versa il composto cremoso e con i bordi fuori luogo si creano strisce di frolla, sopra prima di metterla in forno. Adesso la potete infilare, controllate spesso la situazione, è possibile che si gonfi, non temete, aprite e richiudete. Prima di tirarla fuori fate la prova stecchino, che deve essere asciutto. Si deve preparare prima per farla riposare, e resta per una decina di giorni; i canditi le regalano la giusta umidità. La Pastiera si può anche congelare e scaldare al momento opportuno.


Storiella sulla Pastiera in rima baciata.
A Napule regnava Ferdinando
Ca passava e’ jurnate zompettiando;
Mentr’ invece a’ mugliera, ‘Onna Teresa,
Steva sempe arraggiata. A’ faccia appesa
O’ musso luongo, nun redeva maje,
Comm’avess passate tanta guaje.
Nù bellu juorno Amelia, a’ cammeriera
Le dicette: “Maestà, chest’è a’ Pastiera.
Piace e’ femmene, all’uommene e e’creature:
Uova, ricotta, grano, e acqua re ciure,
Mpastata insieme o’ zucchero e a’ farina
A può purtà nnanz o’Rre: e pur’ a Rigina”.
Maria Teresa facett a’ faccia brutta:
Mastecanno, riceva: “E’ o’Paraviso!”
E le scappava pure o’ pizz’a riso.
Allora o’ Rre dicette: “E che marina!
Pe fa ridere a tte, ce vò a Pastiera?
Moglie mia, vien’accà, damme n’abbraccio!
Chistu dolce te piace? E mò c’o saccio
Ordino al cuoco che, a partir d’adesso,
Stà Pastiera la faccia un pò più spesso.
Nun solo a Pasca, che altrimenti è un danno;
pe te fà ridere adda passà n’at’ anno!





LA PASTAIA

Si tratta di un mobile dove anticamente si riponevano la pasta sfusa e le confetture. Una dispensa che si trovava nel tinello di mia nonna appartenente forse agli anni cinquanta, - per me più antica, lei diceva che era di sua madre. Tanti scomparti che lei riempiva come voleva e che mia zia chiamava "la pastiera". Pastiera perché ci metteva le torte a fette pronte da accompagnare a un caffè anche se non era Pasqua, e fuori pioveva. La nonna ci metteva l'olio e le bottiglie di pomodoro che il sole aveva asciugato e lei conservato. Quel mobile in realtà, io lo avevo sempre visto lì, in fondo alla stanza; al centro della parete, alle spalle del tavolo da pranzo ci stava una vetrina piena zeppa di bicchieri, tazze e tazzine da caffè. La caffetteria sempre pronta sul fuoco, - chissà viene qualcuno - e quel qualcuno arrivava, eccome! Le sedie erano occupate da un andirivieni di amici e parenti e "la pastiera" aperta per prendere le paste, biscotti, lo zucchero da portare in tavola. C'erano pure due ante chiuse a chiave che non si potevano aprire. Nessuno ci faceva caso, lo spazio c'era e non era un problema. Ma dopo che la nonna andò via e la caffetteria riposta nella credenza, (dove non trovai la chiave) io che sono curiosa ci volli spiare dentro quelle antine mai aperte, - nessuno mi urlò di non toccare, ero grande ormai. Fuori i tarli a comprometterne la stabilità, dentro briciole, resti dolci e vermetti ammassati dal corpo grigio, che si confondevano col colore del legno e con i pezzi di torte morte e chicchi di grano ammuffiti. Briciole di altri tempi, che erano quelli di mia nonna Rosa, la nonna di mia madre, e pure i vermi di cui occuparmi.


NINA'


15 commenti:

  1. Una variante di questa ricetta base è con la crema pasticcera, aggiunta al composto di ricotta e zucchero. oltre a tutti i profumi da te descritti. Che fame!

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    1. Grazie per la tua attenzione, mi piacerebbe tanto che venissi in cucina con me!
      Nina

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    2. La pastiera non è arte mia, ma di mia madre che se ne occupa a Pasqua. io fornisco solo la manovalanza e la consulenza assaggiatoria! Cmq mi piacerebbe moltissimo! Adoro chi sa cucinare, specie i dolci!

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  2. Un grazie speciale a Raimondo Quagliana che ci regala i suoi disegni e che mi fa compagnia in cucina.
    Nina

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  3. Mizzica, anche a me la pastiera piace un sacco disegnata o cucinata, il profumo dell'acqua di fiori d'arancio non si dimentica, e naufragar m'è dolce in questo dolce. Ciao Nina (coll'emoticon 'ncoppa)

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    1. Grazie Raimondo per la tua collaborazione. A presto!
      Nina

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  4. Nina scrive di ricette storia e curiosità con grande leggerezza riuscendo ad amalgamare ingredienti, senza sbagliare le dosi, con un risultato eccellente.

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  5. Nina scrive di ricette storia e curiosità con grande leggerezza riuscendo ad amalgamare ingredienti, senza sbagliare le dosi, con un risultato eccellente.

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    1. Grazie Iole, una fetta di pastiera per te!
      Nina

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  6. Nina a parte il dolce che è una poesia, la filastrocca di Maria Teresa D'Austria, ma la ...Pastiera di tua nonna è la vera poesia eggrazie per avercela raccontata con un bacio ti lascio, e a questa abbondanza faccio l'inchino.

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    1. Grazie Clotilde, penso che mia nonna ne sarebbe felice! A presto!
      Nina

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  7. tutti belli gli ingredienti di questa pagina, buonissimo il dolce, intrigante la poesia, e la storia della Pastaia - che bella scoperta!
    Resto incantata davanti a questi racconti di oggetti ritrovati che nacondono la vita che ancora esiste a nostra insaputa, anche dentro di noi.

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    1. Grazie Rosa, c'è una fetta di torta anche per te, che tu apprezzi!
      Nina

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  8. Ninà, che incanto, dalla pastiera alla filastrocca alla pastiera che racchiude ricordi...

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  9. Grazie Vali! E noi ne abbiamo di ricordi in cucina.
    Ninà

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