martedì 14 luglio 2015

Il Gelato


Se Eva avesse chiesto un gelato al posto della mela il destino del mondo sarebbe cambiato? Il serpente lecito che non conosce peccato. Sembra sia stato proprio Abramo nella Bibbia il primo uomo a mangiare il gelato. Tutta colpa di Isacco che gli offrì latte di capra mista a neve, così nacque il primo mangia e bevi della storia. La Sicilia ne vanta i natali ad opera degli  Arabi, che usarono la neve dell'Etna.  
Qua da noi il gelato ha un "posto tutto suo" e tante forme, sorbetti, granite, coni, "pezzi duri", spumoni, coppette e tronchetti.  Spesso non usiamo "le palle"; viene distribuito a palettate in grande quantità, a volte ricoperto da granella di nocciole, cioccolata o panna. Certo ci vuole abilità, ci consegnano tra le mani una cosa enorme che dobbiamo mangiare senza lavarci il viso con maestria di lingua e velocità che sfida la legge di gravità - le temperature alte modificano il giusto percorso; il gelato si scioglie e cola e si appiccicano le dita, bisogna fare in fretta.  
La velocità con la quale si scioglie il gelato è indice che è genuino, è segnale che non presenta grassi al suo interno. Scegliere il gusto che fa per noi è l'altro problema, ce ne sono tanti. L'ideale è sedersi al tavolino muniti di palettina per accelerare la degustazione. Abbiamo pure la possibilità di prendere una brioche che in Sicilia diventa "a brioscia", unica al mondo con o senza tuppo, dipende dalla zona. Questo gelato è troppo buono penso mentre lo lecco, si scioglie in bocca e lascia una morbida sensazione di fresco; ho scelto bene. Il banconista gentile me li ha fatti assaggiare quasi tutti, bel sorriso. Mi pareva male, quello al peperoncino lo provo la prossima volta. Temevo crollasse tutto. In tanti chiedono di assaggiare i gusti nuovi, dietro al vetro,  le strutture  sul banco gelati  sono capolavori precari; ogni cucchiaino di gelato che viene meno ne destabilizza l'equilibrio. Il gelato è disposto in alte montagne, gonfie, cremose. Quanti sapori, tripudio di colori, tanti gusti; fiori, frutta, agrumi, spezie. Si esce solo per lui, di proposito per mangiarne uno. La  passiata  (passeggiata) impone gelato. È d'obbligo, soprattutto la domenica, vestirsi puliti e mangiare un gelato mentre si cammina lungo i luoghi adibiti a tale rituale, la Marina, i viali di Mondello, meta di tutti i palermitani o lungo il corso principale del proprio paese. E se incontri qualcuno che conosci, dopo occhiate con dovuto scambio radiografico, i baci del suo saluto ti incolleranno le guance. Il gelato è una preparazione di alimenti, lo sposalizio di alcuni ingredienti tramite congelamento. Lo faremo in casa, si può anche senza gelatiera. Possiamo prepararlo alla frutta, alla vaniglia, alla menta. Quando fa caldo, un gelato fatto in casa è l'ideale. Lo faremo al cioccolato per accontentare il Pupo (che canta). Per fare il gelato in casa senza gelatiera, ci vuole la pazienza di farlo a mano. Occorre mescolare il composto due o tre volte per evitare che il gelato si trasformi in un blocco di ghiaccio. Prendete un contenitore in acciaio, largo e basso. Mettetelo nel congelatore. Prendete due tavolette di cioccolato. Fatele a pezzi. Tritatele. Battete. Chiara e tuorlo con lo zucchero, fino a quando non diventeranno spumosi. Versato il latte, senza piangere, mettete sul fuoco basso. Mescolate senza fermarvi. Appena la crema vela il cucchiaio, tuffate il cioccolato a pezzi e fatelo sciogliere dentro. Deve essere fuso. Mentre la crema si raffredda, montate a neve la panna. Aiutatevi con un condizionatore, con un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero. Unite la panna alla crema, mescolate dal basso verso l'alto. Tirate fuori la ciotola dal congelatore e versatevi la crema. Rimettetela dentro per almeno cinque ore. A intervalli di un'ora, rompete i cristalli. Conservate il servizio di bicchieri buono, quello della lista nozze.
Rompete i cristalli con un pimer o un montapanna, oppure potete farlo a mano. Attenzione.  Mescolate e rimettete dentro il congelatore. Avrete un risultato cremoso. Servite con qualche cialda e in estate con fiocchi di panna.
Penso a come sarebbe bello un mondo in cui tutti abbiano il gelato in mano, dolci, appagati. Ognuno lo mangia a modo suo, chi lo lascia sciogliere, chi lo morde, chi lo vuole senza additivi. Lasciamo perdere le nuance troppo accese e finte, accoppiamo gusti e colori; il verde pistacchio con il nocciola o con il caffè. C'è chi ci fa un pasto, chi lo gusta senza coloranti, chi senza tonsille, chi senza problemi. Chi lo mette nel cornetto, chi vuole un cuore di panna, chi desidera la coppa del nonno, chissà poi perché! C'è chi non lo vuole, chi lo fa fritto,  chi nel congelatore non ci mette il gelato!



Giardini di Marzo. Cara, gelato all'equatore, al cioccolato, o al limone?

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti.
Come un gelato all'equatore mi sciolgo col tuo amore.
Ah, almeno non ti avessi incontrato
io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato.
Gelato al cioccolato dolce e un po' salato
tu, gelato al cioccolato.
Questo amore è una finta sul ring, questo amore è un gelato al veleno.
Un gelato al limon, è vero limon. Ti piace? Mentre un'altra estate passerà ti offro la luna del pomeriggio per il sogno arabo che ami tu
e un gelato al limon
e ti offro l'intelligenza degli elettricisti così almeno un po' di luce avrà
la nostra stanza negli alberghi tristi dove la notte calda ci scioglierà.
Come… un gelato al limon, gelato al limon.

(Lucio Battisti/Pino Daniele/Lucio Dalla/Pupo/Gianna Nannini/Paolo Conte)




Il Gelato di campagna


Vicino a calia e semenza, sta in bella mostra sulle bancarelle delle feste patronali, tra i "turruna". Tipico dolce palermitano che si gusta in onore della Santa Rosalia per il Festino. Di origine araba ricorda i colori della bandiera italiana e conserva gusti patriottici, offerto a Garibaldi dopo lo sbarco, venne preparato in molti monasteri per festeggiare l'unità italiana. Si scioglie in bocca come un gelato, per questo motivo chiamato gelato di campagna o giardinetto e anche perché veniva preparato dai contadini usando prodotti della campagna. Per differenziarlo dal cono da passeggio che si gusta strata strata mentre si passeggia per le vie della città. Un pezzo di zucchero arricchito da pistacchio, mandorle, canditi e cannella. Somiglia a un torrone morbido, ha forma quadrata o di mezzaluna, che gli arabi consideravano magica. Un tripudio di colori e calorie. Chi lo dovesse provare e cedere alla tentazione del suo sapore può fare l'acchianata a Monte Pellegrino, andare a ringraziare la Santa a piedi per il ben di Dio.

Ninà

5 commenti:

  1. Sempre interessanti le incursioni in cucina con Ninà, oggi ci racconti anche del gelato di campagna che magari ho visto da qualche parte, ma non ho mai assaggiato. Sembra una cosa d'altri tempi. Grazie Ninà.

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  2. In cucina con Ninà c'è solo da imparare: alcune cose le sapevo, tipo quella di Abramo, ma quella degli arabi e quella del gelato di campagna proprio no. Io comunque sempre fan delle patatine ... ahahahah ... Grande Ninà. Luce.

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  3. Accipicchia, Nina, che leccornie da festino hai tirato fuori!! Ma quante cose non sapevo! il "gelato di campagna", che io fino ad ora ho chiamato "torrone"..è di origine araba, quello me l'ero immaginata.
    Sempre bravissima.

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  4. NiNa, non sono un esperto di gelati né di campagna, ma leggere le tue cose è così rinfrescante, meglio di una brioscia.
    Apro una parentesi nostalgica, ai miei tempi, tolte le tonsille, è vero, mi fecero mangiare solo gelato al limone per due giorni. (un emoticon al limon)

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  5. Grazie a tutti voi, vi offrirei un bel gelato!
    Grazie a Raimondo che cura i disegni della pagina e grazie a Federico per la sua supervisione.
    Nina

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