martedì 2 dicembre 2014

Torta di castagne e pinoli


La castagna è un frutto di origine molto  antica. Senofonte nel |V secolo a.c. lo aveva definito l'albero del pane. Paragonata alla donna, bella fuori ma dentro ha la magagna ( Monicelli in Soliti Ignoti ) Ricca di minerali, vitamine e carboidrati. Fu definita la carne dei poveri. La preparazione dei dolci con la castagna fu dovuta alla Contessa Matilde di Canossa. In questi giorni fa il compleanno. Ma che avete capito? La castagna ovviamente, che in cucina si mette comoda e la ritroviamo in tanti piatti. State in castagna che ci faremo una torta e ci metteremo pure i pinoli. Useremo farina di castagne e farina per dolci le uniremo, si sposeranno poi con del cacao amaro. Monteremo le uova e le faremo diventare dolci con lo zucchero. Calma, emulsioniamo il tutto con dolcezza e rilassiamoci. Con la punta della lingua assaporiamo l'impasto e pregustiamo. Non usiamo le mani. Ci vuole un leccapentole! Per versare usiamo la Marisa in silicone. E non parlo della vostra amica che ha rifatto le tette! Poi olio e yogurt bianco. Lievito. Avete fatto una torta alle castagne da vere figone ( fare le castagne vuol dire fare le fighe.)
Togliete la torta di castagne dal forno! Lasciate stare il gatto!
( cavar le castagne dal fuoco con la zampa del gatto )


In castagna

Con l'arrivo di Novembre le castagne arrivavano a casa mia.
Venivano posate in cucina in un angolo della fruttiera chiuse nella loro reticella e stavano lì in bella mostra per almeno un mese e ogni giorno sembrava che tirassero un sospiro di sollievo quando mia madre passava e ad alta voce diceva : Le faremo domani. Siamo salve anche oggi, ce la siamo vista brutta. Poi, non appena il primo bruchino faceva capolino da una di esse, mia madre si decideva a compiere il solito rituale. Venivano spolverate e intaccate dalla lama di un coltello: un taglio trasversale al centro di ciascun castagna - credo che servisse non per ucciderle prima di essere abbrustolite o per far fuori eventuali abitanti  ma per far sì che si cuocessero all'interno. Le disponeva nell'apposita  padella caldarrostiera - che oggi ci contendiamo tra gli oggetti da ereditare - e le cospargeva di sale; rimanevano sul fuoco con la padella chiusa un bel po', ogni tanto apriva il coperchio e controllava.
Un fumo nero nel frattempo aveva invaso il corridoio ma nessuno se ne curava; ne ricordo l'odore intenso. Tutti lì intenti ad aspettare il momento in cui le castagne sarebbero state pronte da mangiare. Attendevo questo tempo in particolar modo rispetto ai miei fratelli: ho sempre amato le castagne. E che tu sei nata a Novembre, ecco perchè ti piacciono e che vuol dire? Mi piacciono e basta per la loro forma racchiusa e tonda, i ricci spinosi le difendono, e loro se ne stanno chiuse, ben nascoste nel loro interno non escono allo scoperto.
È tempo di castagne ed io continuo ad amarle e sono affascinata dai loro tanti aspetti. Oggi mentre andavo in giro riflettevo sul fatto che le castagne "il pane dei poveri" - appellativo discutibile a giudicare dal prezzo-  in questo periodo stanno per strada dove vengono vendute da venditori ambulanti in coppettini di carta e hanno un gusto più saporito.
A volte sono chiamate usando un colore: i marroni. Superano ogni riferimento in importanza e presentano un certa dualità nel loro genere, a volte hanno uno strato di zucchero in superficie o vengono ammollate nel vino. E che dire dell'espressione usata in gergo comune dovuta alla solita megalomane considerazione che gli uomini hanno dei propri attributi: Ho due marroni così! Non riesco a capire questa associazione da cosa scaturisca: sarà dovuta al fatto che le castagne sono tenere? che le castagne sono dure fuori ma tenere dentro? No, forse  all'inconveniente che potrebbero scoppiare se non intaccate. Perchè devo sempre interrogarmi su tutto? Anche in casi estremi di sofferenza si ricorre alle castagne attraverso una chiara richiesta: Non rompere i marroni! Le ritroviamo nel linguaggio comune in molte storie e proverbi: se "cavi la castagna"  sei una persona egoista che agisce solo per il proprio interesse personale e danneggia gli altri.
E che dire dell'essere preso in castagna? che vuol dire? che ti posseggono su di una castagna? Senza riccio spero, diventerebbe complicato godere.

Nina Tarantino

La torta di castagne

Domani vengono i miei cugini, hanno impegni in città - dice Giacomo -, non mi hanno detto altro, chiedi a Paola di farci la sua deliziosa torta di castagne. Gliela cucineresti? Torta di castagne, pensa Paola, quella deliziosa. Paola i cugini di Giacomo non li sopporta, sono degli spocchiosi fricchettoni convinti che i tempi di Woodstock non siano passati. Li andrebbe a prendere a calci in culo tutti i giorni, lì, in campagna dove vivono tra galline e piante di fave  e finocchi rigogliosi.
E se Paola non li sopporta - arrivano sempre con gli stivali sporchi di terra -, ai cugini di Giacomo Paola non piace, è una fighettina da quattro soldi con borsette Prada e simil-Vuitton, ma Giacomo insiste sempre, passate da noi, a Paola fa piacere avervi. Evvabbè, facciamo 'sta torta di castagne. E che sia deliziosa. Paola apre il cassetto ma tanto lo sa che non troverà nulla: le castagne dove le prendo? Eccheccazzo: non potevano chiedermi una torta di mele, o di pere, ma anche un pan di Spagna o una torta pronta della Cameo? No, di castagne... che io a quelli saprei bene dove metterle, una dopo l'altra, e con il riccio per giunta. Paola ha un'intuizione. Esce da casa, subito in macchina e va a trovare il suo carnezziere di fiducia - lui alleva ancora vitelli e porci.
Buon uomo - gli chiede - non è che si trova un po' di castagne?
Avevo le ultime e le ho appena date ai maiali, dice. Appena date? (Paola esprimerebbe delusione se non che quell'appena le torna indietro) Ma non è detto che le abbiano ancora mangiate. Fermaaaa!!! Buon uomo, me ne recuperi un paio di manate, mi servono. Ma sono sporche! Eccheimporta, pensa Paola. No, vanno bene uguale.E' tardi, bisogna tornare a casa. Queste castagne puzzano, dice Paola mentre le annusa, magari le sciacquo. Una passata veloce sotto il rubinetto e poi via, dentro il Bimbi per ridurle in poltiglia (con tutta la buccia? eccerto, non vorranno che adesso mi metta a spelarle). Lo zucchero con l'umidità si è pietrificato - Paola prende un po' di acqua dalla saponata dei piatti e lo scioglie. Ci vorrebbero delle uova, in frigo non ce ne sono. Io al supermercato non ci vado - pensa Paola -, e poi guarda la gabbia dei canarini dove l'uccella sta covando. Amo', pensa al nazismo - le dice, e poi le prende i quattro ovetti e li sbatte nell'impasto, con le bucce naturalmente. Bustina di lievito e dritta in forno. Paola va a farsi una doccia. Driiin! Driiin! Paola va ad aprire la porta che è ancora in accappatoio. Sono loro. Che odore di castagne al fuoco! dice Paul, dei quattro cugini è il biondo. Non siamo sul palcoscenico, evitate di cantare che nel condominio certe perversioni non sono ammesse, pensa Paola. Ma no, ho appena sfornato la torta, dice. E poi si baciano: per Paola è complicato raggiungere le loro guance, i cugini di Giacomo sono già alti  e aggravano la situazione calzando stivali zeppati. Ti abbiamo portato un po' di prodotti del nostro orto, coltivati con le nostre mani, dice Paul, e porge a Paola due sporte di zucchine: ce ne sono di tutti i tipi, quelle lunghe lunghe da bollire con le patate o farci la minestra, e quelle grosse e tozze da fare fritte a fette, e poi quelle centenarie, un po' spinose ma ottime per la marmellata. Paola va a vestirsi, e intanto Paul si avvicina alla gabbia dove la canarina continua a covare il nido vuoto.
Anima mia, le dice Paul. Paola rientra, si è messa addosso il primo straccetto di Dior che ha trovato. La vogliamo mangiare la torta?
I sorrisi sono a perdere mentre serve abbondanti fette ai cari cuginetti.
Mi sento meravigliosamente! - dice Paul, e continuando - e allora, di queste belle zucchine cosa ne farai tu che sei così brava ai fornelli? (Paul pensa che quelle zucchine le ha collaudate tutte tutte, pure quella con le spine.)

Giorgio D'Amato